Il bello armonico teatrale, opuscolo all'apertura del nuovo teatro in Venezia nel 1792

pp- 3-4: Il trattato è dedicato all'illustrissima signora Luigia Giuriati Piccioli.

pp. 5-6: capitolo su Beau musical estratto dal Essai sur le beau di Père Yves Marie André, Paris, Hyppolite Louis Guérin et Jacques Guérin, 1741, ristampato nel 1759, nel 1763, nel 1767 e nel 1770.

p. 15: per erigere l'ottavo teatro veneziano comparvero 29 modelli scelti da tre giudici: Benedetto Buratti C. R. Somasco; Simone Stratico P. P. Università di Padova; Francesco Fontanesi, professore della ducale accademia di Firenze. Il progetto approvato fu quello del sig. Gio. Antonio Selva veneziano.

p. 22: dell'opera del Planelli scrive il gran letterato regio cappellano D. Iacopo Martorelli (non trovato in repertori) p. 23 Il C. Di Condorcet nel suo estratto della Politica di Aristotele dice: dai costumi delle donne in un paese si può giudicare dei costumi pubblici.

p. 29: l'imperatore Claudio, marito di Messalina, bandì le ballerine dal teatro romano. Innocenzo XI proscrisse le donne da Roma.

p. 32: Vasari fa la vita del Tribolo.

p. 35: elencati anche Giulio Romano, Aplo Veronese, e i migliori paesisti: Ricci, Rosa, Pussino, Tiziano, e il Lorenese.

p. 40: il celebre dominatore del cielo francese Giulio cardinal Mazzarini nel 1646 in Parigi fece eseguire da italiani attori l'opera in musica.

pp. 52-53: la poesia di Metastasio è lirico musicale, non chiabreresca, frugoniana, petrarchesca, non da ottave, non da verso sciolto. "E' un tessuto di versi che parli al cuore, piacendo prima agli orecchi, una composizione che si canti leggendo." E a p. 53 occorre avere Metastasio per guida.

p. 70: «Migliore la pittura di Rafaello e di Tiziano, più ricca, varia, aritifiziosa di quella di Giotto e di Cimabue scarno ed esangue»

p. 75: in ambito greco ogni musico era poeta: Pausania di Pindaro, Arione, Orfeo, Esiodo .

p. 78: è seguita una pagina manoscritta (ancora indicata come p. 78r-v) in cui si legge una chiosa contro il Rubbi definito «critico ignorante» e un sostegno all'opera del Barthelemy apprezzata e spiegata in alcune espressioni ambigue, quali quella di «Anacarsi il giovine, Racine il giovane».

p. 79: «Possiamo giudicare un'arringa di Demostene o una scena di Euripide perché tradotta, ma non sentiremo mai veruna sinfonia di musico ateniese per confrontarla con quelle dei moderni maestri più rinomati»

p. 85: «Alcuni Orfei all'inizio del secolo ed alcune sirene alla metà di esso incantarono l'Italia e le corti straniere. Non più Cicerone, ma Seneca; non più Petrarca, ma Marini, non più Ovidio, ma Marziale, non più Flechier, ma Thomas. Tutto divenne gorgheggio»

pp. 87-88: nell'espressione del tragico o del comico ognuno deve trovare il suo stile espressivo anche guardando i quadri di Tiziano o Paolo.

p. 89: «Desinet in piscem mulier formosa superne» di Orazio contrapposto a «onde una vaga | donzelletta al di sopra, in sozzo pesce | facesse terminar» di Metastasio.

pp. 100-102: la pronunzia è importante per l'attore come per l'oratore, come insegnano Cicerone e Demostene e non per nulla entrambi furono istruiti da un attore: il primo Satiro, il secondo Roscio.

p. 107: varietà di linguaggio in Ovidio, Ariosto e Tasso.

p. 109: le danze sono altresì importanti, anche in Grecia, come ricorda Cornelio Nepote.

p. 112: soprattutto le danze sono necessarie quando l'argomento è mitologico.

p. 114: il trattato del Pianelli è stato di guida per la compilazione del trattatello.